Il Maxy, ma forse soprattutto io, avevamo bisogno di un assistente.
Una figura troppo spesso scambiata col portaborse… invece no! L’assistente è un lavoro tosto, in cui ti relazioni col fotografo e soprattutto con i bisogni e le necessità del suo cervello, che va capito e interpretato. Possibilmente anticipato.
Insomma, avevo bisogno di una persona che assecondasse ogni mio cambio di idea, fulmineo ed inaspettato.
Un assistente capace di cogliere al volo ogni mia improvvisazione (che a volte fa la differenza) ma che può significare un ribaltamento della situazione.
Ed ecco quindi Marco, il mio complementare, come il giallo e il viola nel cerchio di Itten, agli antipodi ma che si compensano.
Il nostro rapporto sarà bello, complicato, noioso, pesante. Soprattutto, importante.
Intanto, per ora, in soli due giorni mi ha già ribaltato il desktop del Mac…