Qualche giorno fa ho avuto l’onore di ospitare e di fotografare, proprio negli spazi di Maxy Studio, l’alternative model Giulia Gambino.
Primo book a 16 anni e in seguito formazione mirata ad ottenere un diploma per lavorare come fotomodella. Il progetto Shooting me, per parlare nelle scuole di immagine e violenza, e ospitate in TV, come quella da Caterina Balivo come sorridente sposa curvy.
Posare per accettarsi di più, capelli corti e tatuaggi per mostrare una bellezza che può essere diversa dalla solita alla quale siamo ormai abituati.
Giulia è una ragazza che ha poco più di vent’anni e si sta facendo strada con tanta umiltà e voglia di imparare.
Per lei la fotografia non è solo un mezzo visivo per trasmettere agli altri la sua immagine; è un veicolo potentissimo per raccontare in un istante ciò che difficilmente si può esprimere a parole.
Per lei quindi ho rispolverato le mie conoscenze di Storia dell’Arte, ho ripensato a donne la cui immagine era carica di significato e di un senso, lontana dagli stereotipi della moda di oggi.
Mi sono tornate alla mente allora le donne di Hayez, moderate e limpide, ma anche audaci e coraggiose, vere nelle loro espressioni e volitive nelle loro emozioni: Venere, Maddalena, Betsabea, la figura femminile della Meditazione sulla storia d’Italia.
Ho cercato di rievocarne le pose e la potenza, gli sguardi e la forza.
Una lettura che mi è sembrata perfetta per Giulia: un personaggio pubblico e una ragazza con dei successi professionali alle spalle, ma soprattutto un mix di coraggio e contenuto, che mi ha fatto riflettere, come donna e come professionista, sul modo di raccontarla al meglio attraverso la mia fotografia. Grazie, Giulia, per avermi messo alla prova con questo bel lavoro che parla di donne e in bocca al lupo a te per tutto quello che verrà.